Sunday, April 7, 2013

Pubblicazione inviato a me, da un lettore italiano...



Publication sent to me, by an italian reader...:

Tratto da: Queer Blog.
it pubblicato il 9 feb. 2010 da Roberto Russo.



Il Fist Fucking

Se volete conoscere e praticare il fisting cercate qualcuno esperto, conoscetevi di persona, fidatevi l’uno dell’altro e poi passate ai fatti, in maniera graduale. Per conoscere meglio il fist fucking, abbiamo rivolto alcune domande ad Eros Ampiotti, che ha praticato il fisting per diverso tempo.
Per i “non addetti ai lavori” il fist fucking è più legato all’idea di dolore che di piacere: potresti invece parlarci del piacere che si prova nel venire fistati? E nel fistare?
Prima di rispondere devo fare tre premesse davvero indispensabili. La prima: rispondendo alle domande cercherò di essere accurato ma non ho la pretesa di essere scientifico né esaustivo: riporto quanto appreso dalla mia esperienza diretta – durata un paio d’anni molto intensi – di questa pratica sessuale. La seconda: il nostro corpo è una macchina meravigliosa, anche perché capace di produrre piacere ed estasi, eppure quasi tutti noi lo sotto-utilizziamo, poiché abbiamo una scarsissima consapevolezza di esso. In quest’ottica, piacere e dolore possono svolgere un ruolo molto simile: quando proviamo entrambi in maniera intensa, tendiamo ad espandere i limiti della nostra percezione fisica. Se mentalmente ci autorizziamo ad innalzare la soglia del piacere e del dolore, vivendo un’esperienza fisica più forte, automaticamente ci permettiamo di espandere la nostra capacità di “sentire”, e con essa la coscienza del nostro corpo. La terza: l’ano è una parte del nostro corpo più misconosciute. Anche se noi gay abbiamo con esso una certa “consuetudine”, quanti davvero sanno come è fatto anatomicamente all’interno? Chi conosce gli esercizi per la muscolatura che circonda e regola l’apertura degli sfinteri? Anzi, sapete che c’è più di uno sfintere? Insomma, è una parte negletta del corpo, poiché c’è ancora un grosso tabù, condizionato dall’idea di “sporco”. Invece bisogna precisare che in genere, chi si prepara a una sessione di fist fucking, si occupa molto accuratamente della propria pulizia all’interno. Anzi, questa pratica è molto più frequente nel “mondo del fist” che – disgraziatamente – fra quanti hanno una vita sessuale più canonica.
E (finalmente!) parlo del il piacere, anche se solo in termini fisici, per il momento. Il fistee (ruolo passivo) subisce una forte sollecitazione in tutte le parti dell’ano, si rilassa tanto da permettere la dilatazione degli sfinteri, prova una vasta gamma di sensazioni possibili sulle pareti dell’ano. Queste sensazioni sono spesso sorprendenti e non occorre ricorrere al fist per rendersene conto: chiedete a un vostro amante di giocare un po’ con le dita dentro di voi e scoprirete di non sapere esattamente dire quante ne abbia introdotto (due o tre? Forse quattro?) e cosa stia toccando (è a destra o sinistra? In alto o in basso?). Questo perché, come dicevo, abbiamo scarsa consapevolezza di questa parte del corpo. Col fist si accresce questa sensibilità e molto più di quanto possa succedere con il pene, data la capacità di articolazione delle dita. Il piacere per il fister (ruolo attivo) è totalmente mentale, poiché le dita e le mani, pur essendo dotate di moltissimi ricettori, non sono zone erogene.
In base alla tua esperienza, qual è il piacere più grande che si prova nel praticare il fist?
Dalla mia esperienza, direi che grandissima parte del piacere legato al fist fucking risiede nell’interazione fra corpo e mente, a prescindere dal ruolo che si ricopre nella pratica. Chi ricopre il ruolo passivo deve prima di tutto fidarsi dell’altro. Poi deve rilassarsi. Inoltre mettersi in connessione col proprio corpo e ascoltarlo per “condizionare il ritmo” della penetrazione, senza rallentamenti o accelerazioni, che possono risultare entrambi inutilmente fastidiosi. Pur nell’abbandono all’altro, che deve essere fiducioso, è lui stesso che comanda e “dirige le operazioni”. Chi svolge il ruolo attivo deve essere rilassato e cosciente: si assume la responsabilità dell’incredibile piacere (e anche del dolore) dell’altro e più sarà lucido più ne godrà. Durante la penetrazione si mette in una disposizione di ascolto del corpo altrui, di attenzione ai minimi segnali che chiedono di accelerare o rallentare o che indicano il totale abbandono, lasciando spazio all’inventiva. Una volta dentro hai la precisa sensazione di essere “potente”: solo perché esisti lì e in quel momento, sei responsabile dell’estasi estrema a cui stai assistendo. Sei il “padrone” e, con la stessa intensità, sei un “servo” del piacere dell’altro che, tenendoti dentro, ti immobilizza, ti imprigiona, ti possiede. È abbastanza difficile da spiegare ma, nelle sessioni più intense, ho vissuto una sorta di “gioco di ruolo”, in cui ci si scambia di continuo il comando e la sottomissione, in cui i sensi inviano segnali fortissimi e la mente si inebria nel decifrarli.
Quali sono i pericoli del praticare fist fucking e come si può evitare di correrli?
Sarebbe ipocrita non ammetterlo, c’è un margine di rischio in questa pratica sessuale che, in estrema sintesi, si basa sul far entrare all’interno dell’ano una mano chiusa: non che non si possa (volendo ci sta molto molto di più!) ma è comunque un’operazione in qualche misura “traumatica”. I maggiori rischi sono la possibile trasmissione di malattie sessuali, nonché la diffusione di germi, che normalmente giacciono nella mucosa anale, verso altre parti del corpo sulle quali diventano pericolosi. Per questo, specie per chi ha più “compagni di giochi”, consiglio l’uso dei guanti e una certa accortezza nel loro trattamento alla fine delle sessione (buttateli subito, senza toccare altro prima di averlo fatto) e l’utilizzo ciascuno del proprio lubrificante (perché questo non diventi possibile veicolo di trasmissione batterica). Un altro rischio è rappresentato da una possibile lacerazione – da minima a seria – della mucosa interna dovuta a qualche manovra incauta. Per cercare di evitarle, è importante una corretta manicure (sembra frivolo ma non lo è affatto): le unghie scalfite o lunghe possono fare un gran male. Ma su tutto, le regole principali per evitare qualunque problema sono: conoscere il corpo, usare buon senso, muoversi con calma, riporre fiducia reciproca e rispettare i limiti, propri e altrui.
Se mi faccio fistare, perderò sensibilità rispetto alla penetrazione di un pene?
Questa è la domanda che mi sono sentito porre più spesso sull’argomento! Beh, a me è capitato di fistare qualcuno e subito dopo di penetrarlo: mi sembrava si divertisse lo stesso. Attenzione però: molti lubrificanti per il fist sono a base grassa quindi, se si cambia gioco dopo il loro utilizzo, bisogna adoperare preservativi speciali perché il lattice di quelli più comuni viene danneggiato dalle soluzioni grasse.
Credo di poter semplificare la cosa come una faccenda di “allenamento”. Col fist, infatti, si allenano i muscoli che chiudono gli sfinteri a rilassarsi e permettere la dilatazione necessaria all’ingresso della mano. Questi però rimangono sempre tessuti elastici, che tendono a tornare all’iniziale condizione, se “a riposo”. Al più, poiché il corpo ha una “memoria”, se la volta successiva si viene penetrati da un pene, si farà meno fatica a farlo entrare all’inizio. È un po’ come fare stretching: se ci si allena quotidianamente, si fanno progressi e si acquisisce una certa mobilità ma il riscaldamento è sempre necessario. Credo che questo sia vero finché il fist fucking rimane una possibile variante di una normale vita sessuale. Ho anche visto persone applicarsi a questa pratica con dedizione “estrema” per quantità di partner, frequenza dei rapporti, numero e dimensione degli oggetti da “accogliere”: a senso direi che in questi casi il passaggio attraverso il primo sfintere di un pene forse non verrà vissuto come un evento granché rilevante, almeno per il corpo… ma senza considerare tutto il piacere che la mente può provare comunque.
Quali sono i tuoi consigli/suggerimenti per chi vorrebbe avvicinarsi al mondo del fisting?
Il mio primo consiglio è: il fist fucking non è obbligatorio! C’è chi mentalmente lo ripudia e va benissimo così. C’è chi sente curiosità per questa pratica e va bene anche questo. Fra i curiosi c’è chi prova e fra questi c’è chi riesce. E va tutto molto bene comunque! Avere una qualunque curiosità non implica necessariamente metterla in pratica e, se ci si prova, non riuscire (specie al primo tentativo) non rappresenta alcun fallimento. Il fist fucking, come tutto il sesso, deve essere un gioco volontario e soprattutto divertente: non c’è nulla di obbligatorio, eccetto avere ben presente cosa tu desideri in ogni istante.
Il secondo consiglio è: informati. Innanzitutto è bene che tu conosca, almeno sommariamente, l’anatomia dell’ano. Il modo principale per evitare ogni tipo di spiacevoli esperienze è indagare, anche teoricamente, il tuo corpo per sapere se, come e quando essere prudente o lasciarti andare. Inoltre ci sono alcuni esercizi che possono aiutare a prendere coscienza della muscolatura interna e quindi favorirne il rilassamento.
Il terzo consiglio è: attrezzati. Per essere in grado di affrontare serenamente una sessione di fist fucking è necessario predisporre una serie di “ammennicoli”: doccino, lubrificante, guanti e altro. Il lubrificante è fondamentale: specie le prima volte, è quasi impossibile una penetrazione con un comune lubrificante a base d’acqua. Dal sempreverde “Crisco” (che praticamente è una margarina vegetale americana) al moderno “J-lube” (che ha anche un blando potere anestetico), passando per tutti gli altri in commercio, la scelta del lubrificante è cruciale. La preparazione è molto importante e può risultare divertente, sicuramente molto più delle possibili conseguenze di una sessione affrontata con improvvisazione.
Il quarto consiglio è: ascoltati. Inutile negarlo: nei fist-party è molto comune l’uso di varie droghe, principalmente quelle che inducono un rilassamento muscolare o l’alterazione della percezione, in modo da attutire difficoltà e stanchezza e collezionare “grandi numeri”. Io sconsiglio l’uso di droghe in generale ma categoricamente agli inizi, perché è importantissimo avere la percezione del proprio corpo e dei segnali che invia, per poter regolare il ritmo su di essi e eventualmente sapere quando fermarsi. Non è scontato che si riesca al primo tentativo ma un impedimento iniziale può essere superato la volta successiva, se interessa ancora.
Il quinto consiglio è: scegli bene il tuo compagno. A chi comincia, suggerirei caldamente di affidarsi a una persona più esperta e soprattutto con cui ci sia una comunicazione sincera, fluida e divertente: è importantissimo non aver remore a dire “fermo”, “sbrigati”, “sì”, “no”, senza rischiare di essere frainteso o giudicato o, peggio che mai, inascoltato.
L’ultimo consiglio è: divertiti! Questo non ha bisogno di spiegazioni.


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